ABBATTIMENTI E REINTEGRAZIONE DEL PATRIMONIO ARBOREO
Sono svariati i motivi per cui ogni anno il Consorzio è costretto a procedere all’abbattimento o comunque all’eliminazione di essenze arboree di ogni tipo e dimensione, dai possenti pini pluridecennali alle più piccole piante da siepe. Malattie, fulmini o la semplice vecchiaia, infatti, sono sempre in agguato.
I pini, ad esempio, che tanto caratterizzano la nostra zona, impreziosendola e incrementando il valore delle nostre abitazioni, hanno l’apparato radicale che invece di svilupparsi in profondità, come la maggior parte delle piante di alto fusto, si sviluppa orizzontalmente e in superficie. Con le conseguenze che ogni abitante dell’Axa conosce bene e di cui spesso si lamenta: marciapiedi e strade resi spesso impercorribili dal sollevamento dell’asfalto e del piano erboso circostante dovuto proprio alla voluminosità delle radici.
Per togliere di mezzo i rigonfiamenti del terreno, che oltre tutto rendono rischiosa la circolazione sia a piedi che in automobile, bisogna scavare in profondità, tagliare le radici, spesso grosse come arti umani, e poi, per evitare che ricrescendo creino di nuovo i medesimi danni, occorre sistemare sul fondo dello scavo una rete metallica di grosso spessore, quindi ricoprirla con una colata di cemento di almeno un palmo e infine stendere uno sull’altro i vari livelli di materiale che formano il normale sostrato dell’asfalto.
Si tratta di un lavoro difficile e piuttosto costoso, che il Consorzio fa ogni volta che riasfalta una strada, ma che spesso nonostante tutto non basta a salvare i pini, perché il periodico taglio delle radici finisce per farli seccare o quanto meno per minare inequivocabilmente la loro stabilità. In caso di pioggia prolungata che rende molle il terreno, infatti, eventuali raffiche di vento investendo le chiome folte dei pini possono facilmente farli inclinare e poi cadere di schianto, con le drammatiche conseguenze immaginabili se dovessero piombare su un’automobile o sui passanti. Per questo il Consorzio non solo deve monitorizzare la salute di ogni pino del quartiere, uno ad uno, affidando il compito a periti agrari specializzati proprio nella cura dei patrimoni arborei, ma al massimo ogni due anni deve potare tutti gli alberi d’alto e medio fusto, i pini in modo particolare, e/o sfoltirne le chiome perché offrano meno superficie alla forza del vento. Operazione che arriva a costare anche un centinaio di milioni di euro.
Cure, soldi e attenzioni, però, che molto spesso non bastano ugualmente a salvare gli alberi, in modo particolare i pini, che, se secchi o giudicati instabili, devono essere abbattuti preventivamente per evitare che cadano in modo imprevedibile.
Da qualche anno a questa parte, però, il Comune di Roma per combattere il progressivo impoverimento del patrimonio arboreo della città, ha imposto – sotto il controllo dei Vigili Urbani della Tutela Ambientale – che ogni pianta di alto fusto abbattuta venga reintegrata con la posa di un’essenza analoga.
E’ ovvio che il quartiere Axa, che della cura del verde fa uno dei vanti maggiori, si è subito allineato alla determina comunale e negli ultimi tempi ha intensificato l’acquisto di nuove piante di medio e alto fusto e il progressivo reintegro delle tante essenze abbattute perché morte, malate o instabili.
A proposito di abbattimenti, il Consorzio, per limitare come di consueto le spese e quindi il contributo poi richiesto ai consorziati, si rivolge ad una ditta che pratica prezzi particolarmente contenuti, la ditta Paoletta Manutenzione Verde, il cui titolare, però, ci ha scritto una lettera lamentando la sua difficoltà a mantenere bassi i costi a causa del comportamento incurante di alcuni consorziati.
“Facciamo rilevare” – scrive – “che in alcuni casi potrebbero evidenziarsi lievi disomogeneità nella valutazione economica delle lavorazioni, dovute alle differenti difficoltà degli interventi effettuati in condizioni logistiche fra le più disparate, che ci hanno visto agire con auto in sosta, traffico intenso e l’inosservanza dei residenti agli avvisi preventivi, che spesso hanno sconfinato nella rimozione delle nastrature e dei transennamenti posti la sera precedente a protezione del cantiere”.
“Per tali motivi” – prosegue e conclude il titolare della Paoletta Manutenzione Verde – “si è dovuto persino rinviare a giorni successivi il lavoro, con immaginabili ripercussioni economiche dovute al mancato utilizzo degli elevatori noleggiati e della mano d’opera convocata”.
Insomma, noi consiglieri facciamo di tutto per trovare appaltatori che ci fanno risparmiare qualche euro e poi, per colpa di pochi maleducati e menefreghisti, finiamo per buttare soldi lo stesso.
Aiutateci, quindi, a farvi risparmiare…
Consigliere Maurizio Giandinoto