Il mancato pagamento delle quote consortili non è solo un problema individuale di rispetto delle regole civili, ma rappresenta anche un danno per l’intera collettività, perché il denaro non corrisposto dal contribuente moroso risulta come passività nel bilancio consortile e come tale finisce per essere redistribuito in quota parte su tutti i consorziati.
È proprio per questo che il Consorzio, da qualche anno a questa parte, ha intensificato l’attività di recupero procedendo prima con sistematico invio di diffide stragiudiziali agli inadempienti, poi, in caso di ulteriore inosservanza, ricorrendo allo strumento giuridico del decreto ingiuntivo.
Si tratta di un procedimento disciplinato dall’articolo 633 e successivi del Codice di procedura civile e ha una funzione di tipo esecutivo, in quanto il suo iter è più rapido rispetto alle procedure ordinarie e, trascorsi 40 giorni o in alcuni casi immediatamente, permette di agire con l’esecuzione forzata, ovvero con il pignoramento dei beni del debitore.
I costi dell’emissione dei decreti ingiuntivi, ovviamente sono a carico dei debitori.
Allo stato la situazione delle morosità dei consorziati:
MOROSITÀ 2020: € 159.216,42
Recuperati: € 106.539 + rateizzazioni in corso e azioni di recupero ancora pendenti (in Tribunale solo per appuntamento per stato pandemico).
MORISITÀ 2021: € 234.059,00
Recuperati: € 146.874,00 + rateizzazioni in corso (€ 15/20 mila) e azioni di recupero ancora pendenti.
MOROSITÀ 2022: € 137.134,00
Recuperati: € 54.000,00 solo con diffide. Decreti ingiuntivi da fare.
N.B. Recupero morosità anni 2020/2021 svolto unicamente nel 2021 perché nel 2020 era in atto lo stato pandemico.
Quanto alle morosità nei confronti di Roma Capitale, i titoli esecutivi sino ad ora emessi, e in fase di riscossione, ammontano ad € 519.655,31.
[Dati forniti dallo Studio Legale Ceccarelli]IL CONSIGLIERE
Maurizio Giandinoto