Perché gli aumenti
Molti consorziati si sono rivolti agli uffici sorpresi negativamente dall’aumento del ruolo 2023, aumenti che ci sono, è vero, ma non nelle proporzioni lamentate. Tutto dipende dall’anno di riferimento. Se infatti il ruolo di quest’anno si confronta con quello del 2022, allora la differenza è notevole, ma, come si evince facilmente dalla tabella e dal grafico allegati, i ruoli degli ultimi tre anni sono alquanto più bassi rispetto alla media decennale, che è di € 1.894.920,58.
Questo perché nel 2020 furono restituiti ai consorziati gli euro preventivati prudentemente in eccesso per il sistema di videosorveglianza, e nel 2021 e 2022 i ruoli non sono stati caricati dei lavori che sapevamo di non poter realizzare a causa della pandemia e dei lockdown.
Quindi, se confrontiamo il ruolo 2023 con la media degli ultimi 10 anni, vediamo che l’aumento si riduce all’11,76%, il minimo considerando l’inflazione in doppia cifra e l’impennata dei prezzi dovuta prima al covid e poi alle conseguenze della guerra in Ucraina.
Del resto, per ridurre il ruolo bisognerebbe necessariamente ridurre i servizi, cosa impossibile dato che il verde senza manutenzione nel giro di un anno diventerebbe una savana, le strade senza illuminazione diverrebbero insicure e il depuratore, che assorbe notevoli risorse economiche, se non funzionasse a dovere riverserebbe nel Canale dei Pescatori e quindi in mare, situazione del tutto illegale e gravemente sanzionata sul piano penale.
Maurizio Giandinoto
CONSIGLIERE DELEGATO ALLA COMUNICAZIONE